Ricordo le mani di un padre
strappar lembi di pane fragrante
a coglier l’olio rimasto nel piatto
e le lacrime di bimbo ingrato
che non vuol mangiare.
La fatica, i segni e il sudore
di donne chine a raccogliere olive,
salmi di preti a benedire le palme
e canti di madri per la via del frantoio.
I conti e le strette di mano,
i discorsi dei grandi
a ragionar di stagioni e raccolti
che non erano mai come quelli trascorsi,
i ricordi dei vecchi e poi di nuovo tutti bambini,
gli occhi grandi e lo stupore
per il miracolo della spremitura.
Ricordo le aggrinzite mani di mia nonna,
che con gesti vecchi di secoli
va segnando con croce la mia fronte
e recitando mantra d’amore i bordi di un bicchiere,
dove in una cheta acqua una goccia d’olio,
galleggiando s’allarga.