Qui non si corre

si va piano

c’è il grano.

Al di là del tempo e delle corse

c’è il tuo zaino rovesciato con i libri

che odorano di legno,

odorano di tabacco.

La bici al porticato ti porterà in città,

tra i colori che si accendono

e i dolori che ti segnano,

ma se vieni qui non dovrai correre,

non dovrai misurarti

e non dovrai attendere ch’io in pane o in focaccia

giunga nelle tue mani sporche di metropoli

saziando la tua fame bulimica.

Se vieni qui

la tua brama di corsa s’allenterà nel giallo pallido,

nella consapevolezza che ciò che carezzi,

raccogli e poi mangi

è figlio autentico del mio grembo,

terra che non sa odiare

che non sa risentirsi,

terra che non si ritrae

e che al di là dei meriti degli avventori,

dona colazioni e tepori,

pranzi e cene

merende all’anima

nutrimento all’amore.

One Reply to “Il grembo del grano”

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